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Firenze, 5 giugno 2025. Il settore fieristico in Italia conferma la sua importanza per l’economia nazionale e il suo stretto legame con le filiere principali.
Lo dimostrano i risultati emersi dal “Libro bianco sul sistema fieristico italiano”, realizzato da Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) in collaborazione con Prometeia e presentato il 4 giugno a Roma, in occasione della Giornata mondiale delle fiere. La presentazione si è tenuta al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in presenza del Ministro Adolfo Urso.
Sulla base dello studio, l’industria fieristica italiana (incluso il settore congressuale) ha un fatturato annuo di 4 miliardi di euro, impiegando 17.000 addetti. Si posiziona quarta a livello globale, dietro soltanto a Cina, Stati Uniti e Germania.
Le fiere hanno inoltre una forte connessione con le principali filiere produttive nazionali: secondo il report, infatti, il 30% della produzione e il 63% dell’export nazionale è generato dalle imprese attive in 5 filiere – agroalimentare, tecnologia, moda e bellezza, edilizia e arredo, tempo libero – che, non a caso, sono anche i principali focus tematici degli eventi fieristici. Il binomio sistema fieristico-filiere chiave sarà cruciale anche sul piano dell’espansione delle esportazioni, come previsto dal Piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-Ue, presentato dal Governo italiano a marzo.
“Abbiamo la consapevolezza – ha detto il presidente Aefi, Maurizio Danese – di un ruolo che per noi dovrà essere sempre più sfidante, così come lo è per il Governo. L’obiettivo è traguardare la crescita dell’export attraverso l’accelerazione che dovrà imprimere il Piano d’azione presso i mercati extra europei da qui al 2030. Le fiere – così come le imprese del Belpaese impegnate in un’azione di ricalibratura dei propri target commerciali – hanno la necessità e l’obiettivo di allargare il proprio perimetro di azione e vogliono essere un vettore fondamentale del piano, con la crescita di manifestazioni made in Italy organizzate direttamente nei Paesi obiettivo.
La necessità di accelerazione dell’export è dimostrata da un dato su tutti: negli ultimi 10 anni il gap di esportazioni da parte delle imprese italiane rispetto alla domanda potenziale è stato pari al -13%, con oltre 37 miliardi di euro di potenziale lasciato ad altri esportatori.
Il Libro bianco ha individuato quattro aree principali di intervento: il rafforzamento dell’internazionalizzazione delle fiere, la semplificazione del quadro normativo, la promozione di un piano di adeguamento delle infrastrutture e l’incentivo a una maggiore partecipazione delle Pmi agli appuntamenti fieristici. Per questo obiettivo l’Aefi chiede, in particolare, l’introduzione di un “Bonus fiere” di medio e lungo periodo rivolto alle aziende di nuova costituzione o che non hanno partecipato alle manifestazioni fieristiche nell’anno precedente.