L’intervista al Prof.Nicola Casagli, presidente del Forum Mondiale sulle Frane al Palazzo dei Congressi e al Palazzo degli Affari fino a venerdì 17 novembre

Congressi
Due uomini in abiti formali sorridono insieme di fronte a un grande dipinto astratto con toni grigi, rossi e pink, all'interno di una sala con decorazioni eleganti.

Firenze, 16 ottobre 2023. Ridurre il rischio di frane a livello globale attraverso il monitoraggio e l’allerta rapida, la modellizzazione, la valutazione del rischio e le tecniche di mitigazione oltreché con lo studio della relazione con i cambiamenti climatici. Sono questi alcuni dei temi al vaglio del Forum Mondiale sulle Frane (6°World Landslide Forum) che, in corso fino a venerdì 17 novembre, ha ospitato al Palazzo dei Congressi e al Palazzo degli Affari oltre 1.200 delegati provenienti da 69 Paesi.

Abbiamo incontrato il presidente del Forum, Prof. Nicola Casagli, professore di Geologia applicata all’Università di Firenze, presidente dell’International Consortium on Landslides, Membro della Commissione Grandi Rischi, Fondatore della Cattedra UNESCO per la prevenzione e la gestione sostenibile del rischio idrogeologico e insignito della prestigiosa onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana..

Durante il congresso è stata firmata la “Dichiarazione di Firenze per la Riduzione del Rischio di Frana”. Di che cosa si tratta e qual è lo stato attuale del nostro paese che, come dimostrano gli ultimi avvenimenti verificatisi qua in Toscana, è particolarmente esposto a questi pericoli? 

Si tratta del rinnovo di un impegno che abbiamo preso in passato con tutta la Comunità mondiale, nel 2015 durante la conferenza internazionale tenutasi a Sendai in Giappone e poi a Kyoto cinque anni dopo. Se infatti vogliamo ridurre il rischio di frane in Italia ma anche nel resto del mondo, bisogna unire le forze e puntare ad un obiettivo comune. Non basta la comunità scientifica che sviluppa conoscenze tecnologie ma serve anche la comunità dei professionisti che traduca le nuove conoscenze, con l’enorme patrimonio che la tecnologia ci mette a disposizione, per la progettazione di strutture sicure in luoghi sicuri da un punto di vista urbanistico, per evitare che si ripetano gli errori che abbiamo già fatto in passato in Occidente soprattutto nel sud Europa e centro Sud America e ovviamente sud est asiatico. Quindi scienziati, tecnici, professionisti, imprese e politici tutti dobbiamo andare nella stessa direzione”. 

“Durante i lavori del congresso – ha proseguito il presidente Casagliabbiamo progettato di costruire un gemello digitale per ogni paese in cui si possano inserire e condividere tutti i dati in possesso dei vari enti per creare un sistema virtuale comune per fare simulazioni e per azioni di controllo percorribili da istituzioni e cittadini”. 

 Quali sono i paesi nei quali la ricerca è più avanzata?

“I paesi più colpiti e più organizzati per rispondere al problema sono quelli del sud Europa, i paesi dell’arco Alpino come Austria, Italia e Svizzera, il Giappone e la Cina. Gli Stati Uniti in assoluto sono il Paese più organizzato in questo settore, come è emerso dall’intervento al congresso del Prof. Jonathan Godt, coordinatore del programma sui rischi di frane dell’U.S. Geological Survey (USGS) che in un certo senso ha anticipato la Dichiarazione di Firenze per unire le forze a livello federale con anche le comunità di cittadini volontari e le organizzazioni tribali dei nativi americani”.

Feedback sul gradimento dei partecipanti? 

“Devo dire che sull’organizzazione di questo congresso ho ricevuto complimenti da tutti i partecipanti sia per la puntualità degli appuntamenti che per l’allestimento totalmente green. Ovviamente la bellezza degli spazi e di Firenze è stata di aiuto così come la vicinanza al centro storico e a tutti i mezzi di trasporto pubblici”. 

Prossimo appuntamento? 

“Fra tre anni, nel 2026, a Taoyuan, Chinese Taipei”.

 

(Fiamma Domestici)